Gear Up. Play Proud. Stand Out.: la comunità fetish e kinky lancia il primo manifesto politico
La comunità fetish e kinky italiana presenta Gear Up. Play Proud. Stand Out., un manifesto politico promosso su iniziativa del Leather Club Roma in occasione del Pride Month 2025, redatto con il contributo prezioso delle più importanti associazioni fetish&kinky italiane. In un periodo storico segnato da nuove ondate di discriminazione e censura, questo documento afferma con forza che la presenza delle persone fetish e kinky nelle piazze del Pride è “un atto profondamente politico”, rivendicando tali identità come parte integrante, viva e visibile della comunità LGBTQIAPK+.
Lo slogan “Gear Up. Play Proud. Stand Out.” sintetizza in tre espressioni il messaggio chiave del manifesto, rendendolo comprensibile anche a chi non ha familiarità con la cultura fetish.
- “Gear Up” (letteralmente “metti il tuo equipaggiamento”) invita a vivere apertamente il proprio fetish, indossando con orgoglio i simboli e l’abbigliamento tipici – il gear, come pelle, imbracature e altri accessori – e rivendicando una cultura dalla lunga storia di libertà e inclusione.
- “Play Proud” esorta a vivere i propri desideri e le relazioni non convenzionali con consapevolezza, rispetto e fierezza, senza colpa né segretezza.
- “Stand Out” infine sprona ad opporsi all’invisibilità e al conformismo, riaffermando il valore profondamente politico di esprimere il proprio corpo e la propria sessualità in forme non normative e liberamente consensuali. In altre parole: ogni harness o accessorio fetish può diventare una bandiera, ogni passo nel corteo un’affermazione di orgoglio e libertà.
Oltre lo slogan, il manifesto mette in luce l’importanza sociale, culturale e politica della comunità fetish e kinky, specialmente all’interno del mondo LGBTQIAPK+. Non si tratta solo di pratiche trasgressive o di estetica eccentrica, ma di una vera cultura condivisa e consapevole. Fin dagli albori del movimento di liberazione sessuale nel dopoguerra – basti pensare ai primi leather bar – la scena fetish/kink ha costruito spazi di solidarietà fondati su valori profondi. Al centro vi sono sicurezza, inclusione, consenso e rispetto: la comunità crea ambienti in cui esprimersi senza paura, dove l’inclusione non è un principio astratto ma una pratica quotidiana che garantisce a ognunə di essere sé stesso. Il consenso informato, esplicito e continuo è il fondamento di ogni interazione nella cultura kinky, così come il rispetto reciproco prescinde dai ruoli di dominazione o sottomissione che si possono assumere nel gioco. Ne emerge una cultura viva e sex-positive, attenta alla salute sessuale e alla libertà del corpo: il piacere è visto come un diritto e l’esplorazione consapevole della propria sessualità come un valore, da tutelare senza stigma né moralismi. Di conseguenza, il manifesto rigetta con fermezza fenomeni come il kink-shaming (la stigmatizzazione del kink) o il body-shaming, affermando che ogni corpo ha dignità e merita di essere accolto senza giudizio. In questo senso la comunità fetish e kinky si prende cura dei propri membri, offrendo supporto, formazione e reti di ascolto, così che nessunə debba sentirsi solə o “sbagliatə” per i propri desideri.
Una delle rivendicazioni centrali del manifesto riguarda proprio la conquista di spazi sicuri, visibilità, inclusione e diritti per le persone fetish e kinky. Il documento denuncia come ancora oggi queste identità vengano sistematicamente marginalizzate, considerate “scomode” o “imbarazzanti”, quando non addirittura da nascondere – persino all’interno della stessa comunità LGBTQIAPK+. Essere kinky o fetish, infatti, spesso significa subire esclusioni da spazi pubblici e contesti che promuovono un’immagine di relazione e famiglia convenzionale, ed essere assenti dalle narrazioni mediatiche mainstream. Significa vedersi negata la possibilità di raccontarsi liberamente, solo perché si vivono desideri che non si conformano alla norma. “Ma la nostra comunità non chiede permessi: si autodetermina!”, proclamano fieramente gli estensori del manifesto. In un clima socio-politico in cui riemergono pulsioni autoritarie, censure moralistiche e un’erosione dei diritti civili conquistati, la visibilità dei gruppi fetish e kinky diventa quindi un atto di resistenza. La sola presenza di persone in tenuta leather, puppy hood, gomma o altri simboli fetish durante le marce dell’orgoglio rappresenta una sfida diretta al conformismo e una rivendicazione di autonomia sul proprio corpo e sui propri desideri.
Il manifesto Gear Up. Play Proud. Stand Out. non si limita alla teoria, ma avanza anche una serie di richieste concrete in ambito politico e culturale, rivolte tanto alla comunità LGBTQIAPK+ quanto alla società tutta. Tra le istanze esplicitate figurano:
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Pieno riconoscimento politico e culturale delle identità kinky e fetish all’interno del movimento LGBTQIAPK+, nei programmi e negli eventi delle organizzazioni: queste persone non devono più essere relegate a una nota a piè di pagina, ma valorizzate come parte fondante delle rivolte che hanno dato origine al Pride.
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Educazione sessuale inclusiva: si invoca un’educazione affettiva e sessuale realmente aperta a tutte le differenze, che non censuri il kink ma anzi lo tratti con serietà, integrando temi come il consenso, la sicurezza, la salute mentale e fisica nelle relazioni.
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Depatologizzazione: si chiede di completare il processo di rimozione dello stigma medico sulle pratiche fetish e kinky. Ancora troppo spesso esse sono viste come devianze, nonostante la comunità scientifica abbia già escluso le parafilie consensuali dall’elenco dei disturbi mentali (il DSM V dell’American Psychiatric Association le ha declassificate sin dal 2013). Le persone kinky non sono “malate” da curare, ma individui da ascoltare e rispettare nella loro complessità.
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Rappresentazione mediatica rispettosa: il manifesto pretende un’immagine nei media e nella cultura popolare libera da sensazionalismo e patologizzazione. Le pratiche kinky/fetish non vanno dipinte come perversioni pericolose, ma riconosciute per ciò che sono – espressioni libere e consapevoli della sfera intima.
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Spazi sicuri e accessibili: viene richiesto supporto concreto per creare e mantenere spazi, fisici e digitali, dove le persone fetish e kinky possano incontrarsi, formarsi ed esprimersi in sicurezza. Uno spazio queer può dirsi davvero inclusivo solo se lo è per tuttə, senza esclusioni.
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Riconoscimento della “K”: in ultimo, ma non per importanza, si rivendica l’inclusione ufficiale della lettera K (Kinky) nell’acronimo LGBTQIAPK+. Un gesto simbolico che servirebbe ad affermare chiaramente come le forme di sessualità e desiderio non normative siano parte integrante del mosaico queer, oggi e in futuro.
In definitiva, “Gear Up. Play Proud. Stand Out.” rappresenta molto più di uno slogan: è un richiamo a riscoprire lo spirito originario del Pride nella sua forma più autentica, inclusiva e coraggiosa. La comunità fetish e kinky – con la sua peculiare visibilità e i suoi valori – offre al movimento arcobaleno una spinta di rinnovamento profonda. Rifiutando l’omologazione e sfidando i diktat del perbenismo, questi gruppi riportano al centro dell’attenzione il principio che la liberazione sessuale e la libertà del corpo sono parte essenziale della liberazione LGBTQ+. “Nel nostro gear c’è storia. Nei nostri giochi c’è politica. Nella nostra visibilità c’è resistenza” dichiarano i kinky nel manifesto, a sottolineare che il loro non è esibizionismo fine a sé stesso ma impegno politico. Abbracciare questa realtà significa arricchire l’intera comunità LGBTQIAPK+ di nuove energie, memoria e consapevolezza critica, ricordando che senza libertà di essere se stessi – in tutte le sfumature, anche le meno convenzionali – non può esserci vera uguaglianza.
I promotori di Gear Up. Play Proud. Stand Out. concludono con un invito alla conoscenza, al dialogo e al riconoscimento. Superare stereotipi e pregiudizi è fondamentale: la comunità fetish e kinky chiede di essere ascoltata, compresa e legittimata come parte integrante e viva della lotta per i diritti e la dignità delle persone LGBTQIAPK+. Aprirsi a questa realtà – informandosi, confrontandosi senza tabù – significa ampliare gli orizzonti del movimento e della società, nella convinzione che la diversità delle espressioni del corpo e della sessualità sia una ricchezza da valorizzare, e non una minaccia da censurare.
Leggi il documento qui: Documento politico Pride Month 30.06.2025