Intervista doppia a ‘Barack e Michelle” de noantri

Durante la prossima Assemblea dei soci del 13 Gennaio, verrà eletto il nuovo direttivo del Leather Club Roma: ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda alla ‘coppia presidenziale’ uscente.

Dunque vediamo… 6 anni di presidenza, due mandati, come gli Obama… vi sentite un po’ la risposta italiana a Barack e Michelle?
P e F: veramente Barack e Michelle sono la risposta americana a noi! E nemmeno tanto riuscita: i party del Leather Club sono molto più divertenti di quelli degli Obama!

Però lo statuto del Leather Club non prevede l’obbligo di fermarsi dopo due mandati…
F: Vero… però lo prevede la pazienza dei membri dell’associazione!
P: Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare…. Quindi è l’ora di passare la mano!

Eppure in molti vorrebbero una vostra riconferma
F: Scherzi a parte…. Questi sei anni sono stati ricchi di soddisfazioni umane e associative, ma credo che in una associazione sia importante ogni tanto un segno di cambiamento, tentare altre strade, altri modi di confrontarsi con la comunità.
P: Per me invece è l’ora di confrontarmi con il più grande progetto: l’uscita del mio libro autobiografico “L’amore ai tempi delle darkroom”.

Fabio, alla fine di ogni presidenza che si rispetti si fa sempre un bilancio. Senza tediarci troppo… cosa avresti voluto fare, ma non hai fatto e cosa proprio non avresti mai voluto fare…
F: Tante cose e nessuna allo stesso tempo. Questi anni di presidenza mi hanno insegnato una cosa molto importante (anche fuori dalla vita associativa), e cioè che quando si è in un gruppo – e ancor più se in qualche modo lo si rappresenta – la cosa importante non è tanto ciò che si vorrebbe o non si vorrebbe fare, ma ciò che il gruppo decide (ponderatamente) di fare o non fare. Credo che un ruolo di rappresentanza insegni proprio questo, a essere “assieme” agli altri e mai “prima” degli altri.

Avevo detto senza tediarci troppo… e comunque la tua risposta non è stata proprio esaustiva
F: Potrei risponderti che le cose che non avrei voluto fare sono le occasioni in cui non sono riuscito a essere un buon rappresentante e, viceversa, quello che avrei voluto fare è esserlo in un modo migliore.
P: Non sempre si può trovare una posizione comune all’interno di un gruppo di gay in cui si deve stabilire se sia più brava Mina o la Carrà…

Dietro un presidente c’è sempre una first lady, nel nostro caso un first gentleman, come è stato stare accanto al Fabio “istituzionale”?
P: Più che accanto io talvolta gli volteggiavo sopra come un avvoltoio chiedendogli spesso di decidere istintivamente senza pensarci troppo… fortunatamente talvolta l’avvoltoio è stato abbattuto a favore di una decisione più ponderata
F: In realtà, in questi anni Paolo mi ha sempre aiutato molto e parecchie delle cose che abbiamo fatto sono in buona parte merito suo.

Cosa lasci al prossimo direttivo? Quali sono le questioni da cui bisognerebbe ripartire?
F. Guarda, nell’ultimo anno in Italia – organizzate dalle tre associazioni fetish – ci sono state circa 25 feste leather/fetish in 6 città diverse, tra cui le elezioni di tre Mister e un evento come il Fetish Pride Italy che ormai è un appuntamento fisso anche per la comunità europea.
Insieme alla Germania, siamo senza dubbio la nazione europea più attiva dal punto di vista associativo, con il maggior numero di eventi non commerciali e molto stimata a livello internazionale.
È da qui che, secondo me, dovremmo ripartire come Leather Club e come comunità per valorizzare, anche con collaborazioni reciproche, questa ricchezza di iniziative e di energie.

Paolo, Michelle coltivava l’orto, ha partecipato a Carpole Karoake e ha pure annunciato il vincitore di un Oscar: se dovessi scegliere tre immagini, tre cose di questi sei anni quale sceglieresti?

P: Il primo Fetish Pride Italy con la mostra fotografica alla Mondrian Suite di San Lorenzo, la rassegna cinematografica al Kino (e tutto l’impegno che ci fu dietro) e il Coming Out Bar al Colosseo “fetishizzato”
Il 18° compleanno di Dodo (la nostra mascotte) al Coming Out!
Il sorriso di tutti coloro che ho incontrato in giro per l’Italia e all’estero nelle varie occasioni di incontro fetish: una “strana”, ma grande famiglia di amici.
E ci metto anche la quarta, la più recente: la folla di persone che è venuta a vedere la proiezione di “Tom Of Finland” all’Acrobax di Roma, che abbiamo organizzato insieme a Buzz Intercultura.

Parliamo di Fetish Pride. Senza dubbio è stato il vostro progetto più importante e ormai siamo giunti alla quinta edizione. Come è nata l’idea e quali sono le possibili evoluzioni di questo evento.
F: L’idea del Fetish Pride è nata durante una riunione del direttivo del club, e per la precisione è stato Roberto ad averla, e subito ha portato molto entusiasmo.
P: All’inizio era anche diverso da ora…
F: Sì, in effetti nel corso degli anni l’evento è un po’ cambiato; ad esempio, per tre anni abbiamo organizzato sia una mostra (e concorso) internazionale di fotografia fetish sia una rassegna internazionale di cinema fetish, eventi che poi abbiamo accantonato (almeno per ora) per una questione di risorse, sia economiche sia organizzative.
Credo che l’evoluzione del Fetish Pride Italy dipenderà in gran parte dalle energie (e dalle idee) che come club sapremo metterci.
Nelle associazioni e nel volontariato, la regola secondo me deve essere sempre che ognuno dà il proprio apporto nei limiti delle proprie risorse ed energie, perché altrimenti da “tempo libero” l’associazionismo rischia di diventare “lavoro e fatica”, e quindi o lo si fa controvoglia o lo si abbandona.

Come ultimo atto della tua presidenza Fabio hai presentato la candidatura di Roma per l’AGM 2019. Cosa significa per il Leather Club Roma e per la comunità fetish italiana?
F: In realtà la candidatura è nata sì da una mia proposta, ma è stata accolta da tutto il direttivo e poi dall’assemblea dei soci all’unanimità.
Credo che per il Leather Club Roma e per la scena fetish italiana sarà una gran bella occasione per portare tanti stranieri a Roma e fare apprezzare la nostra comunità.

Paolo quale sarà il tuo ultimo atto come first lady? Si era parlato di un tè ufficiale o sbaglio?
P: Certo, confermo che sarà un tè con le tazzine di porcellana… come in ogni salotto di una first lady che si rispetti.

E ora cosa farete? Avete pensato a come passerete il tempo? Qualche progetto interessante per l’anno prossimo?
F. Personalmente, anche se non sarò più presidente, ho comunque intenzione di continuare a dare il mio contributo operativo al Leather Club Roma, per cui non credo che ci saranno molti cambiamenti da questo punto di vista.
P. un progetto c’è e anche importante, ma non posso svelare ancora nulla.

Comunque in America si parla di una candidatura di Michelle per il 2020… Paolo ci stai facendo un pensierino?

P: Se Michelle mi offrisse la posizione di suo rappresentante della comunità fetish di San Francisco un pensierino ce lo farei e potrei anche trasferirmi…

 

L’intervista è stata realizzata da Chris